GELATO O NON GELATO? - Studio di Nutrizione e Salute | Dott.ssa Chiara Fantera - Biologa Nutrizionista

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GELATO O NON GELATO?

Sole, caldo, gelato. Con il caldo dell’estate la tentazione è irresistibile… Ma può capitare che il pensiero del gusto di un cono o di una coppetta si interrompa di fronte ad una paura: quella della prova costume. E quindi ad un bivio: mangio o non mangio? Nel primo caso, il senso di colpa può condurre a precipitose fughe in palestra per smaltire “il peccato”, o a penitenze alimentari al momento di mettersi a tavola. Nella seconda eventualità, rimane la percezione di essersi persi qualcosa. Un senso di vuoto: piccolo, intendiamoci, ma fastidioso.
Esiste una terza via al gelato. È una via sensata e salutare, ed è quella del cosiddetto “contesto equilibrato”, che poi altro non è se non uno stile di vita condotto secondo regole semplici ma efficaci.
Il gelato è un alimento glucidico caratterizzato da una notevole digeribilità.
Dal punto di vista nutrizionale il gelato è un alimento molto variabile, con un apporto calorico che può andare da 100 (i sorbetti, spesso confezionati con poco zucchero, più frutta, senza latte, sostituito da albume d'uovo montato a neve) a 250-300 per quelli più calorici, generalmente a base di panna, cacao e con l'aggiunta di altri componenti (biscotti, nocciole). Nelle informazioni alimentari riportate si fa quindi una distinzione tra gelato alla crema di latte, in cui il latte e i suoi derivati sono presenti per almeno il 7% con un contenuto di zucchero che arriva al 13%, e gelati alla frutta dove il contenuto in frutta è pari almeno al 15% (fanno eccezione gli agrumi, che di solito sono presenti in percentuale minore attorno al 10%) con un 18% di zuccheri. È importante notare che il gelato è uno dei cibi in cui è più facile fare confusione fra calorie del prodotto riferite a 100 g e calorie riferite al singolo pezzo: un singolo gelato al biscotto da 33 g può apportare 114 kcal, ma si tratta di un alimento molto calorico perché riferito a 100 g dà 336 kcal; un gelato da 50 g che apporta 124 kcal è meno calorico perché, riferito a 100 g di prodotto, apporta solo 242 kcal.
Per quanto riguarda la ripartizione in macronutrienti, essa è notevolmente variabile, ma si può stimare che il contenuto proteico, proveniente dal latte, sia compreso tra 2,7 g e 3,6 g su 100 g, il contenuto in grassi vada da un minimo di 2,7 g a un massimo di 15-20 g (quelli a base di panna) e il contenuto in carboidrati sia mediamente 25-35 g. Naturalmente altri ingredienti possono far salire il contenuto di lipidi (in particolare l'aggiunta di panna e di oli vegetali, molto spesso idrogenati) e di carboidrati (con l'aggiunta di zucchero). Esistono in commercio gelati a base di latte di soia, che sostituisce il latte vaccino, e che per questo presentano un contenuto di colesterolo nullo.
Bastano piccoli accorgimenti per non far diventare un gelato un dramma:
  1. Limitare l’acquisto delle vaschette confezionate, e non mangiare mai direttamente dalla vaschetta. Il rischio di non sapersi moderare è elevato.
  2. Evitare gelati che contengono margarina o oli/grassi vegetali idrogenati o parzialmente idrogenati.
  3. Pianificare per quanto possibile la visita alla gelateria, in modo tale da “ammortizzare” le calorie nel pasto precedente o in quello successivo.
  4. Prediligere la qualità. Visto che dobbiamo assumere tante calorie, facciamo in modo che ne valga la pena. Tanto meglio se, per arrivare alla gelateria di fiducia, bisogna fare due passi a piedi.
Dott.ssa Chiara Fantera - Biologa Nutrizionista
Via F. Petrarca, presso la “Cittadella della salute” - Civita Castellana (VT)
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